Referendum Italia per la Pace
Insieme a cittadini e cittadine di Livorno, alcuni dei quali facenti parte della “Rete Livorno Contro le Guerre”, abbiamo fondato un comitato informale per la raccolta firme di questo referendum, promosso da Generazioni Future e da Ripudia la Guerra, con sottoscrittori come Massimo Mazzucco e Fulvio Grimaldi.
Il referendum è un’occasione per dare visibilità al tema dell’invio di armi, e voce alla maggioranza degli italiani che vi è contraria, nonostante le decisioni del governo. Due quesiti si concentrano dunque su questo argomento. Inoltre, con il terzo quesito si tocca anche il tema della sanità, togliendo la possibilità ai privati di intervenire sulla programmazione della spesa sanitaria, quindi di avere potere decisionale su questo bene comune.
In questa mezza democrazia, non esiste modo più chiaro e forte per far sentire la voce del popolo italiano.
Servono però 500.000 firme sul territorio italiano da raccogliere entro il 22 luglio, in modo da sottoporre i quesiti al vaglio della Corte Costituzionale per il giudizio sull’ammissibilità.
Invitiamo tutti i residenti nel Comune di Livorno a firmare per tutti i tre i quesiti con una delle seguenti modalità:
URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico) – piazza del Municipio 1 (ingresso a dx avendo di fronte il palazzo comunale): da lunedì a venerdì ore 9-13; martedì e giovedì ore 15.30 – 17.30
Banchetti in città: vedere locandina a dx. In base alle condizioni meteo, i banchetti potrebbero subire spostamenti o riduzioni di orario.
Centro Libertà Livorno – Borgo dei Cappuccini 25 (date in continuo aggiornamento):
- Tutti i mercoledì sera, dalle ore 21.45
- Giovedì 1 giugno, dalle ore 19.00
Per approfondire i quesiti, continua a leggere.
Firma online
Per la firma online è richiesto SPID o CIE (Carta d’Identità Elettronica), al costo di 1,5€, oppure il passaggio da TrustPro, ente di validazione terzo, al costo di 3€.
Come Libertà Livorno siamo contrari a tutte le forme di identità digitale e verifica digitale, oltre che a tutti i certificati elettronici che gettano le basi per strumenti di controllo e oppressione come EUDI (portafoglio digitale europeo). Clicca qui per maggiori informazioni su EUDI e altre forme di identità digitale.
Consigliamo dunque di utilizzare questa modalità di firma soltanto a chi non ha la possibilità di firmare in alcun altro modo, e solo se già dotati dei requisiti necessari. Non attivate SPID o CIE a tale scopo.
Clicca qui per firmare online.
Per i non residenti
La raccolta firme per i non residenti complica di molto la certificazione della firma stessa. Chiediamo dunque ai non residenti, qualora possibile, di firmare nel proprio Comune di residenza o al limite mediante firma online.
Per scoprire dove poter firmare nel tuo Comune di Residenza consulta le pagine apposite:
I Quesiti
L’ordine dei quesiti e il numero associato sono puramente indicativi: solo una volta raggiunte almeno 500.000 firme e superato il vaglio della Corte Costituzionale sull’ammissibilità, sarà effettivamente strutturata la scheda elettorale. Qui di seguito seguiamo lo stesso ordine che abbiamo utilizzato nel nostro volantino (vedi qui a fianco).
È anche possibile che solo uno o due dei quesiti arrivino effettivamente alle urne per il voto degli italiani.
Quesito 1 in sintesi
È uno dei quesiti promossi da Generazioni Future di Ugo Mattei. In sostanza va a colpire il decreto legge 185/2022 del Governo Meloni che, sfruttando la legge 185/1990 (vedi sotto), ratifica l’invio di armi in Ucraina, riprendendo in modo pressoché identico il decreto del Governo Draghi atto alla stessa finalità.
Quesito 2 in sintesi
È il quesito promosso da Ripudia la Guerra di Enzo Pennetta. In sostanza va a colpire la legge 185/1990, che disciplina l’invio di armi ad altre nazioni, e che specifica che non si possono inviare armi ai Paesi in guerra. L’abrogazione toglie l’eccezione a questa regola, che consente ai Governi, sentito in Parlamento, di inviare comunque armi ai Paesi in Guerra.
Quesito 3 in sintesi
È uno dei quesiti promossi da Generazioni Future di Ugo Mattei. In sostanza va a colpire il decreto legislativo n. 502/1992, escludendo i soggetti privati dalla programmazione (ma non dalla gestione) della spesa sanitaria. Si cerca quindi di evitare che a prendere decisioni su come spendere il denaro pubblico possano intervenire soggetti privati in conflitto di interessi.
Per aiutarci
Spargi la voce. Porta i tuoi conoscenti e i tuoi cari a firmare. Vieni a darci una mano con il volantinaggio (maggiori informazioni a breve), oppure a uno dei banchetti.
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