Linee sottili

Linee sottili

Oggi pomeriggio, mentre mi avvicino al semaforo alla guida della mia auto, noto una macchina che dal parcheggio, con la freccia, si vuole immettere nella carreggiata. Nonostante abbia la possibilità di farla immettere perché c’è lo spazio e il tempo per consentirlo, faccio semplicemente finta di niente e me ne frego, accodandomi alla macchina che ho di fronte.
Guardando dal retrovisore, assisto alla stessa dinamica: l’automobilista dietro di me ha lo stesso tempo e lo stesso spazio per fare immettere il signore in attesa. Eppure anche lui se ne fotte e si accoda a me, in attesa del verde e dello scorrimento del traffico.

Questo episodio mi ha fatto pensare: quanto è sottile la linea che separa le cose?
In questo caso, la bontà e la gentilezza dal menefreghismo e dalla maleducazione. Anche in me oggi, invece di far prevalere questa forma di maleducazione, sarebbe potuto affiorare un comportamento di gentilezza, bontà e compassione. Avrei potuto dare la precedenza all’automobilista che, pazientemente, aspettava che qualcuno lo facesse passare.

Quante volte ci trasformiamo e assumiamo di volta in volta l’uno o l’altro comportamento?
Quante volte puntiamo il dito all’esterno e non ci accorgiamo che un istante dopo quel dito è dritto puntato su di noi?
Resta difficile per molti, persino per me che ogni tanto ci faccio caso, com’è accaduto oggi, per esempio.
Eppure continuiamo a vivere così, tra le linee sottili dei nostri atteggiamenti, altalenando tra un comportamento e il suo contrario.
Sono convinto che la società potrebbe funzionare bene se individualmente le persone riuscissero a capire, studiare e comprendere profondamente se stesse.

Oggi viviamo in una falsa consapevolezza, nella convinzione assoluta di essere “creature” intelligenti. Eppure, ho notato che spesso i miei comportamenti sono identici a quelli di qualsiasi altro mio simile, a prescindere da condizione sociale, colore di pelle, fede politica, religione e condizione fisica. Ed ecco perché ho realizzato quanto come razza umana siamo degli esseri intelligenti che vivono stupidamente; pertanto anche questa linea sottile che separa una condizione (la consapevolezza di massa di credere di essere “creature” intelligenti) dal suo contrario (ovvero il vivere stupidamente) mi lascia perplesso sulla nostra vera natura, in relazione alla capacità di vivere in società.
Oggi più che mai ci fanno credere – e tanti ci credono veramente – che vaccinarsi è un atto di bontà e gentilezza verso gli altri, e chi non compie questo atto è solo un egoista e un menefreghista.
Io invece vorrei far riflettere sul fatto che “tutti siamo tutti”, e che la linea sottile che separa i buoni e gentili dai maleducati e menefreghisti è la stessa linea sottile che separa i maleducati e menefreghisti dai buoni e gentili.
Linee sottili, molto sottili, che potrebbero sparire se soltanto riuscissimo a comprendere che sono queste che fanno grandi le differenze, differenze che vivono tutte dentro ognuno di noi.
Noi possiamo azzerarle con l’intelligenza, con la volontà.
Il tempo per attraversare quelle linee è l’unica cosa che ci separa, ma è sempre il tempo che ci darà l’opportunità di arrivare un giorno, come specie, a comprendere collettivamente!

 

Alessandro Petta