Sicurezza Stradale o Sorvegliati Speciali?

Sicurezza Stradale o Sorvegliati Speciali?

Smart city: più occhi, più sicuri? Sicuri?

Innanzitutto, partiamo dallo spiegare cosa si intende per “smart city” e poi vedremo perché questo tema ci riguarda (e ci dovrebbe preoccupare) tutti molto da vicino.

Letteralmente, in inglese “smart” sta per “sveglio”, “brillante”, entrambi intesi come qualità dell’intelligenza umana.

Sulla falsa riga di “smart-phone” e “smart-working”, ormai il prefisso “smart” viene invece associato a tutto ciò che non è smart, ma piuttosto dumb (“stolto”) o comunque non avente a che fare con l’intelligenza umana. Ciò che è smart è solitamente legato a un prodotto o a un’attività mediati dalla tecnologia, quasi sempre dalla rete. E a questa mediazione è sempre associata una forma di controllo esterno.

La “smart city” è dunque la città dove le attività umane sono mediate (e soprattutto controllate) dalla tecnologia.

Alcuni esempi: sistema diffuso di telecamere fisse a cui hanno accesso enti pubblici o privati, forze dell’ordine, esercito e quant’altro; sistemi di monitoraggio di dati (qualità dell’aria, consumi, etc.); sistemi diffusi di controllo della velocità (zone a 30km/h); divisione in zone ad accesso limitato (cosiddetto progetto “città a 15min”); riduzione degli sportelli con presenza di operatori fisici in favore di sportelli automatici o totem; sistemi di controllo digitale dei dati e dei documenti personali (vedi App IO, portafoglio digitale europeo EUDI, digital wallet italiano).

Tra questi, si possono sicuramente individuare utilizzi di qualche utilità per il cittadino (monitoraggio dell’aria, alcune aree a traffico limitato), ma perlopiù si tratta di elementi disumanizzanti e di controllo totalitario, tanto da far invidia alle peggiori distopie della letteratura e della storia.

Per saperne di più sulle smart cities, leggi questo dossier ben realizzato dal gruppo Miracolo a Milano:

SCARICALO QUI

La situazione a Livorno

Partiamo dalle basi: Livorno è già una smart city e il progetto per potenziare questi aspetti è già in atto da alcuni anni. Si legge sul sito smartcityweb.net/smartcities/livorno:

Il Comune di Livorno ha avviato il suo processo di trasformazione in città intelligente favorendo la pianificazione e l’integrazione di tutte le componenti del territorio ovvero mobilità, ambiente, turismo, sviluppo economico del territorio, energia, servizi alle imprese, servizi ai cittadini.

Il processo, seppur con risvolti inizialmente molto limitati (e per certi versi apparentemente lodevoli), è stato avviato dal sindaco Nogarin il 10 agosto 2017 (vedi articolo sul sito del Comune di Livorno). Così scriveva:

Tutto l’attuale sistema semaforico e di illuminazione stradale sta usando una tecnologia dispendiosa e ormai obsoleta. Invece dopo questa nuova gara, assolutamente inedita in Italia nella forma, avremo migliaia di pali intelligenti e in due anni abbatteremo il consumo energetico del 50%. Insomma oggi abbiamo approvato l’avvio verso ”Livorno Smart City”.

Bello vero? Sì, ma ovviamente l’efficientamento è stato (già nelle intenzioni o comunque nei fatti) il classico “piede nella porta”, perché, come si legge ancora sul sito del Comune di Livorno tra i punti richiesti per la gara di appalto figurava:

– Predisposizione degli impianti per lo sviluppo della smart city e sistema di telecontrollo e telegestione punto punto sugli impianti;

Chiaro, gli impianti vanno monitorati e telegestiti. Ne discende che debbano essere protetti da eventuali manomissioni, e dunque sarà bene dotarli di telecamere. Da ciò consegue la creazione indiretta di una rete di telecamere che poco c’entrano con le luci a LED.

Il progetto è stato infatti proseguito e “potenziato” in questo senso dal successore Salvetti. Per la serie “e vantiamocene anche”, ecco le dichiarazioni del sindaco Salvetti al Tirreno sul tema della smart city (articolo del 16 ottobre 2023).

Da notare soprattutto i punti 1, 2, 7 (parole di Salvetti):

1) La città ha tra le più alte dotazioni di telecamere in rapporto alla popolazione (324 punti di ripresa adesso, 96 in più rispetto all’inizio del nostro mandato nel 2019).

2) Siamo stati il primo comune in Italia ad aver fatto il protocollo per la messa a disposizione in tempo reale delle telecamere di proprietà comunale (praticamente tutte) alle altre forze di polizia.

7) Sul fronte videosorveglianza abbiamo ottenuto finanziamenti a livello regionale per ulteriori nuove telecamere con un progetto primo classificato insieme a Prato (finanziamento di 80mila €) e nei nostri progetti di riqualificazione del centro cittadino (via Grande e aree mercatali) sono presenti sistemi di videosorveglianza.

Sempre il sindaco Salvetti, nel corso della cerimonia per il 276esimo anniversario della polizia Municipale ha dichiarato (leggi articolo completo):

“Il ruolo della polizia municipale è determinante per la tutela della sicurezza urbana. Gli agenti sono veri e propri custodi dell’ordine cittadino e la loro presenza sul territorio è essenziale. I cittadini si sentono così tutelati e protetti, oltre ad avere un interlocutore attento. La principale funzione del corpo è proprio quella di instaurare un rapporto assiduo e di fiducia tra l’Istituzione e il cittadino”.

Ma davvero qualcuno si sente più sicuro avendo 324 telecamere puntate addosso, i cui filmati sono accessibili dalla polizia municipale, dalla polizia di stato e dall’arma dei carabinieri?

Chi controlla le telecamere

Uno dei cartelli installati nelle scorse settimane. Notare la tripla Z di “sicurezzza stradale”.

Da qualche mese sono apparsi numerosi cartelli in diverse aree della città di Livorno che avvisano i cittadini dell’installazione di nuove telecamere per la creazione di aree videosorvegliate (vedi immagine).

L’accento sulla “sicurezza” è talmente importante che la parola viene riportata con ben tre zeta.

Tra le altre cose, nella cartellonistica vengono riportati i riferimenti a cui è possibile rivolgersi per avere informazioni sui diritti in merito al trattamento dei propri dati personali contenuti nelle immagini riprese dalle telecamere.

Dunque, abbiamo scritto al Data Protection Officer del Comune di Livorno (DPO, dpo@comune.livorno.it) per avere indicazioni più approfondite.

La risposta del DPO

Secondo quanto indicato dal DPO del Comune di Livorno, il sistema di videosorveglianza permetterà il trattamento di dati quali immagini delle persone fisiche, targhe e modelli dei veicoli, ma non potranno essere effettuati accertamenti con modalità automatica da remoto in merito alle violazioni in materia di circolazione stradale. I dati personali verranno trattati dal personale della Polizia locale e dei Corpi dello Stato espressamente autorizzato, per le finalità specifiche e determinate e comunque nel rispetto dei principi espressi dagli artt. 5 e 6 del Regolamento UE 679/2016.

Il Comune di Livorno ha effettuato la valutazione d’impatto preventivo prevista ai sensi del regolamento UE 2016/679 nei casi in cui un trattamento di dati può comportare un rischio elevato per i diritti e le libertà delle persone interessate (a causa, ad esempio, del monitoraggio sistematico dei loro comportamenti, o per l’elevato numero di soggetti interessati di cui sono trattati dati sensibili o combinazioni di questi con altri elementi).

l DPO ha specificato, infine, che il sistema di sorveglianza non effettua, al momento, nessun trattamento dei dati biometrici.

I dati biometrici sono tutti quei dati che analizzano le caratteristiche di tipo fisico, fisiologico o comportamentale di una persona; ciascuna persona può essere identificata in modo univoco attraverso l’analisi di questi dati. I rischi legati ai dati biometrici sono particolarmente elevati in caso il dato possa essere perso, trafugato o utilizzato in modo non corretto, per questo motivo la normativa nazionale sulla protezione dei dati, nota come GDPR (General Data Protection Regulation), pone assoluta attenzione al trattamento di questo tipo di dati.

Atti deliberati dal Comune relativamente al tema

Riportiamo qui gli atti del Comune indicati dal DPO con cui è stata deliberata l’installazione di questi sistemi di videosorveglianza:

Nello specifico dei dati biometrici, nel testo dell’Accordo di Contitolarità (cap. “Caratteristiche tecniche del sistema”) viene specificato che il sistema di videosorveglianza è in grado di assicurare anche funzioni di “Intelligent video” tra le quali il “face recognition”.

Face recognition – Riconoscimento Facciale

Il sistema di “Face Recognition” è una tecnologia potenzialmente in grado di confrontare un volto umano da un’immagine digitale o da un fotogramma video con un database di volti e funziona individuando e misurando le caratteristiche del volto, ossia i dati biometrici.
Nello stesso capitolo dell’Accordo viene esplicitato che “La funzione di “Intelligent Video” del “Face Recognition” potrà essere attivata solo previa Consultazione preventiva del Garante della Privacy”.
Il sistema di videosorveglianza predisposto dal Comune di Livorno prevede, quindi, la possibilità di raccogliere e analizzare i dati biometrici delle persone riprese nelle immagini raccolte dal sistema di videocamere.

Quali possono essere i casi in cui la funzione di “Face recognition” può essere autorizzata? E quali sono i criteri che devono essere adottati per garantire il rispetto dei regolamenti sulla privacy?
In che modo i cittadini potrebbero essere consapevoli dell’uso che viene fatto dei loro dati personali? La mancanza di consapevolezza della raccolta e elaborazione di tali dati negherebbe loro, infatti, la possibilità di dare il consenso alla gestione delle loro informazioni personali.
Secondo l’articolo 9, paragrafo 1, del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’UE del 2016, il trattamento dei dati biometrici allo scopo di “identificare in modo univoco una persona fisica” è sensibile e i dati di riconoscimento facciale trattati in questo modo diventano dati personali sensibili; per tali tipi di dati è obbligatorio, ai sensi dello stesso GDPR, ottenere il consenso del singolo individuo per il trattamento dei propri dati di riconoscimento facciale.

Abbiamo posto queste domande al DPO del Comune di Livorno, responsabile della protezione dei dati. Il DPO ha provveduto a richiedere tali informazioni al Comune, nello specifico alla Polizia Locale.
Il sistema di “Face recognition” non è attivo al momento. Ne è prevista l’attivazione laddove se ne verifichi l’esigenza.
In tal caso i contitolari (Questore, Comando Arma Carabinieri e Comune di Livorno) provvederanno ex ante ad individuare le finalità, le modalità e le misure tecnico organizzative e provvederanno a definire la valutazione d’impatto della protezione dei dati apposita (DPIA) e a richiedere un consulto preventivo al Garante della Privacy.
Solo all’esito dello stesso, il sistema potrà entrare in funzione con le modalità e le eventuali prescrizioni indicate dal Garante, garantendo la massima pubblicità e trasparenza alla cittadinanza.

Comunicazione e strumenti del cittadino

Ma quali saranno i mezzi di comunicazione alla popolazione che, in caso di attivazione, si intende utilizzare? E quali strumenti il cittadino avrà a disposizione per dare o meno il consenso al trattamento dei propri dati sensibili, nel caso di attivazione del sistema di face recognition?
Il DPO risponde che i mezzi di comunicazione saranno idonei ad informare i cittadini ma verranno valutati al momento, prima di ogni eventuale trattamento: nessuna norma impone, infatti, di dover prevedere in astratto ed in via ipotetica gli strumenti di trasparenza che comunque saranno in linea con il GDPR ed Il Codice Privacy e le Linee Guida dell’Autorità Garante.

In merito al consenso dei cittadini al trattamento dei dati sensibili come i propri dati biometrici, il DPO informa che non sarà il rilascio del consenso da parte del singolo individuo la base giuridica del trattamento ma, se del caso, altre saranno le basi giuridiche del trattamento, cosi come previsto dal vigente GDPR.
A tale proposito il GDPR specifica che è vietato trattare alcune tipologie di dati personali tra cui i dati biometrici intesi a identificare in modo univoco una persona fisica tranne che per alcuni casi specifici tra cui i casi di interesse pubblico rilevante sulla base del diritto dell’Unione o degli Stati membri.

Non abbiamo avuto risposta dal DPO in merito al significato di “casi di interesse pubblico rilevante”.

Va detto che il legislatore nazionale ha definito “rilevante” l’interesse pubblico per il trattamento effettuato da soggetti che svolgono compiti di interesse pubblico o connessi all’esercizio di pubblici poteri nelle materie indicate dal comma 2 dell’art. 2-sexies (Trattamento di categorie particolari di dati personali necessario per motivi di interesse pubblico rilevante), del D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, recante il Codice in materia di protezione dei dati personali (di seguito “Codice”, come recentemente modificato dal d.lgs. n. 101/2018).

Rimangono, a nostro parere, non chiare le modalità con cui il Comune intenderà avvisare i cittadini nel caso di attivazione del sistema di face recognition né di quali saranno le modalità con cui i cittadini potranno opporsi al trattamento dei dati sensibili, quali i dati biometrici.

Conclusioni

Invitiamo i cittadini a tenere gli occhi aperti sui cambiamenti che avvengono in città, inclusi quelli che coinvolgono il cielo e il sottosuolo. Siamo osservati e dobbiamo osservare a nostra volta per vigilare.

Suggeriamo anche ai cittadini di contattare a loro volta le autorità competenti per chiedere conto di questa sorveglianza e delle modalità di trattamento dei dati raccolti, in modo da rendere anche nota la contrarietà crescente nei confronti di questi sistemi.

Non vi forniamo alcun modello, perché è molto più efficace se arrivano richieste genuine e differenziate, anziché la stessa inviata col copia-incolla.

Lasciamo aperti i commenti sotto l’articolo per segnalare le risposte ricevute, che potete in alternativa inviarci su:

info@libertalivorno.it

Ecco alcuni riferimenti a cui inviare le proprie richieste:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *